I motivi dell’attacco a Giovanni Paolo II
Sono due i motivi dell’attacco mediatico degli ultimi giorni nei confronti di Giovanni Paolo II e nessuno di questi due motivi ha a che fare col caso ‘Orlandi’.
Primo motivo
Facciamo un esempio concreto. Supponete che volete introdurre in casa vostra opere d’arte decisamente sconce, ma il gruppo familiare con cui vivete e a cui appartenete è disgustato da questo modo di fare ‘arte’ e se doveste portare una sola di quelle sconcezze rischiereste la vita: ipotizzammo che questo rischio non sia campato in aria.
Come fareste a far cambiare idea ai vostri familiari?
Beh, dovreste ricorrere a una tecnica di manipolazione, ci vorrà un po’ di tempo, forse molto, ma il successo di far cambiare idea ai vostri familiari ‘convertendoli‘ a ciò che prima disgustavano darà una soddisfazione che altri sistemi non darebbero. Inoltre vi garantirebbe un cambio di situazione duraturo nel tempo, perché non sarà frutto di una costrizione, ma ‘liberalmente‘ i vostri familiari cambieranno idea.
Il sistema, oramai, è noto alla maggioranza delle persone e nonostante questo funziona benissimo lo stesso. Si tratta della finestra di Overton. La prima cosa che dovrete fare è cogliere tutte le occasioni per parlare in modo disgustato della forma d’arte sconcia che, segretamente, è il vostro obbiettivo.
Fermatevi a guardare un bel quadro ‘normale’ che avete in casa e parlatene in questo modo: ‘Certo, questa è arte, non come quella robaccia sconcia che fanno certi pseudo artisti. Se ci penso… che schifo!”. L’effetto che ne avrete sarà che i vostri familiari saranno d’accordo con voi e applaudiranno alle vostre affermazioni. Se state pensando a quale sarebbe per voi il vantaggio è molto semplice: continuando in questo modo, distribuendo questo tipo di osservazioni nel tempo, e di tanto in tanto sollevando vere e propri discussioni, il risultato sarà che i vostri familiari inizieranno a percepire che questo tipo d’arte esiste e ha un certo seguito.
Sapevano anche prima dell’esistenza, ma la differenza è fondamentale… prima, sapendone dell’esistenza, la tenevano lontana, adesso l’esistenza di questo genere d’arte l’avete resa ‘familiare’ perché ne parlate di frequente: l’avete resa parte del gruppo, non più estranea al gruppo. E’ fatta! Se il fenomeno esiste, è dentro la vostra famiglia come idea, come discussione, come parlato, e, al di fuori del vostro contesto già si sa che ha un certo seguito (non importa quanto piccolo) allora i vostri familiari inizieranno a domandarsi se non sia il caso di considerare quel tipo d’arte seriamente. State passando dallo step Impensabile a quello Radicale della finestra.
Questo è stato il sistema usato per sdoganare l’omosessualità, per il quale siamo giunti all’ultimo step della finestra. Questo tipo di tecnica manipolativa serve a spostare il ‘sentire‘ di un intero gruppo sociale: farlo passare da ‘questo è inaccettabile” a “non è vero, ci siamo sbagliati, è più che legittimo, occorrono delle leggi a favore‘. Ad esempio, sempre per l’omosessualità, per il passaggio da Radicale ad Accettabile sono stati indispensabili il cinema, la televisione, il teatro e l’arte in genere: i cosiddetti B-Movie (film di serie B) hanno avuto un ruolo centrale. Pensiamo solamente al film Il vizietto (1978) di Édouard Molinaro, interpretato da Ugo Tognazzi e tratto da una commedia francese di cinque anni prima scritta da Jean Poiret.
La ‘macchiettizzazione‘ dell’aspetto della omosessualità è stato fondamentale per renderla più vicina, simpatica, colorata pur permanendo il giudizio negativo su di essa. L’imitazione che ne è succeduta, scherzosa di certi atteggiamenti marcati, movenze del corpo, inflessioni del parlato, hanno reso il proposito riuscito: accanto al giudizio negativo iniziava a nascere un altro tipo di considerazione. La cosa importante è di non rendere mai visibile l’essenza della questione poiché ricorderebbe il motivo per cui la stessa questione non è stata accettabile nel passato. Insomma, occorre insistere molto sugli aspetti ‘umani’ e mai sul merito.
Se, poi, nel processo di manipolazione si coinvolge una struttura che è potente e storicamente nettamente contraria a quello che voi volete sdoganare, molto meglio. E’ quello che succede con la Chiesa Cattolica (sempre stata contraria a certi temi) perché questo significa che se anche nelle fila di chi è sempre stato nettamente contrario ‘certe situazioni’ ci sono, forse vale la pena di tenerle in considerazione. Forse certe cose sono naturali. E opporsi è sbagliato e inutile. Questo è lo scopo sottotraccia, ma, all’inizio, pubblicamente, bisogna tenere l’attenzione desta sempre parlando negativamente dell’oggetto da sdoganare.
Per questo motivo attaccare Giovanni Paolo II (così come Benedetto XVI) su temi come quelli molto seri che coinvolgono i bambini (quasi sempre maschi) serve a tenere desta l’attenzione sul ‘problema’, presente anche là dove non dovrebbe esserci perché l’istituzione ne sarebbe contraria. E quindi? Se c’è anche lì? Ma non sarà che queste cose appartengono alla natura umana e quindi forse: che male c’è? L’inconscio in modo silenzioso comincia a lavorare. E il gioco è fatto. Infatti mentre ci si ‘disgusta’ pubblicamente di certe cose, le si rende ‘familiari’; motivo per il quale le si possono, contemporaneamente, portare avanti in altri ambiti (vedere ad esempio la scuola). Da un lato il disgusto, dall’altro lo sdoganamento.
Per comprendere meglio la situazione attuale della Chiesa è molto utile il libro di padre Kramer La battaglia finale del diavolo che potete trovare qui: https://fatima.org/wp-content/uploads/2018/02/The-Devils-Final-Battle-Ita.pdf
Nella prima parte del libro si comprende bene come il sistema delle infiltrazioni all’interno dei seminari abbia funzionato benissimo. Questo per pervertire la teologia, come poi è accaduto. Ma se lo stesso sistema fosse stato attuato anche per altre situazioni? Insomma, riuscire a infiltrare in una istituzione storica un nutrito numero di persone che fanno allo scopo, permette di raggiungere l’obbiettivo (distruggere la Chiesa Cattolica dall’interno, snaturandola) soprattutto se si è provato per secoli ad attaccare dall’esterno senza riuscirci. Poi se queste situazioni già ci sono ancora meglio, perché è più facile far passare il concetto che certe cose siano naturali, anche a livello teologico.
Secondo motivo
Questo è ancora più grave del primo, perché da questo dipende, anche, la riuscita del primo. Ma è più complicato da spiegare, ci proviamo.
Perché attaccare Giovanni Paolo II e Benedetto XVI e non Bergoglio?
Questo blog parte dal presupposto che non ci troviamo più di fronte alla Chiesa Cattolica ma alla MAC, per il suo significato vedi qui. All’apostasia imperante ci siamo arrivati in un modo non dissimile da quello della finestra di Overton vista prima; modifiche e cambiamenti che sembravano minimi hanno permesso di commutare il ‘sentire’ e la ‘fede’ dei fedeli. Non è, infatti, solo una apostasia che riguarda l’attuale guida visibile della Chiesa, ma di tutto il clero (vescovi, sacerdoti, diaconi) e di tutti i fedeli.
Quando nei primi tempi di pontificato il vescovo Bergoglio asseriva cose contrarie al depositum fidei, si difendeva dicendo che non stava facendo nulla di diverso da quanto fatto da Giovanni Paolo II. E non aveva torto. Il riferimento si era spostato, non più parlare del Concilio Vaticano II, troppo lontano e quasi superato, ma di un altro pontefice. Perché? A quale Giovanni Paolo II si riferiva?
Il punto è che dobbiamo dividere a metà la figura di Giovanni Paolo II: è stato un Papa per metà fedele al depositum fidei e per metà no. (Per ora rimaniamo così, se Dio vorrà faremo un’articolo al riguardo).
La parte del no è quella che in questo momento interessa e sta tra i piedi: no riferito alle questioni LGTB, no alla comunione dei divorziati-risposati, no alle donne all’altare. Sono tre no. E quindi? E quindi Giovanni Paolo II è santo per la parte in cui non è stato fedele al depositum fidei e non santo per quella in cui lo è stato.
Proviamo a essere più chiari: il sinodo tedesco oramai in fase avanzatissima farà in modo di sdoganare (con un abile gioco di specchi con il vescovo di Roma) proprio quei tre no posti in bella vista da Giovanni Paolo II. Chiunque ritiene di poter continuare a essere cattolico mantenendo quei no dovrà cambiare idea. Questo è il messaggio. Imitate Giovanni Paolo II perché ha capito che quello che la Chiesa ha sempre detto andava corretto e non per quello che si è ostinato a mantenere non corretto; questo perché la fede del MAC è un cammino, cioè si capisce man mano che si va avanti che certe cose credute vere erano sbagliate; occorre, quindi, convertire quella metà che dovesse fare ancora resistenza.
Diremo di più. Con Giovanni Paolo II il gioco funziona e se ne sono accorti, per questo lo attaccano. Con Benedetto XVI il gioco è stato fallimentare, e questo non perché Benedetto XVI non abbia proferito eresie (più complicate da vedere, ma ahinoi ci sono, anche su questo proveremo a fare un articolo), ma perché è stato più deciso e fermo soprattutto nell’ultima parte del suo pontificato su quei no.
Diciamolo in un’altra forma: per Giovanni Paolo II e Benedetto XVI vanno bene i cambiamenti apportarti dal Concilio, vanno bene certe aperture, ma fino a un certo punto. Ecco, questo confine, questo fino a un certo punto, deve sparire. E siccome in Giovanni Paolo II questo confine è più evidente che in Benedetto XVI, il messaggio arriva più chiaro e più forte alla massa.
Ancora più chiaramente: se Giovanni Paolo II promuovere il dialogo di Assisi in cui alla fine tutte le religioni sono uguali e possono salvare allo stesso modo, è apostasia della fede, e quindi va bene: è in sintonia con il Vaticano II, con la nuova Chiesa che sia apre al mondo. Questo vuol dire che Giovanni Paolo II certe cose le aveva capite. Perché è un cammino: chi viene dopo raccoglie le aperture del vecchio e lavora su quelle chiusure che ancora rimangano. Quindi se tu fedele sei arrivato a capire che tutte le religioni sono uguali, che salvano, perché ti trinceri ancora dietro i no di Giovanni Paolo II? Non vedi che è un cammino? Lui è arrivato a capire la metà delle cose: metà cose si, metà cose no. E’ normale, è roba vecchia; erano anni fa, ora è il momento di essere un unico si alla nuova Chiesa, la MAC.
La Vera Religione invece è data una volta e per sempre, non è un cammino di scoperta di altre verità (perché altre verità non ci sono, sono menzogne che si vuol vestire di verità), non è un cammino all’esterno dello spazio di Dio è un cammino all’interno dello spazio di Dio. Nessuno vi inganni Dio è lo stesso ieri oggi e sempre ci avverte San Paolo, al quale Dio ha mostrato i nostri tempi (cfr. Eb 13,8). Se un cattolico non crede che la BVM è vergine ante, in e post partum invece di pensare alle donne sacerdote e simili dovrebbe correggere se stesso, perché quello che abbiamo appena scritto è dogma di fede. Quindi chi non lo crede è eretico. Questo è il cammino che siamo chiamati a fare, la conversione quotidiana, la lotta quotidiana che siamo chiamati a compiere, inclusa quella al peccato, sempre più difficile, perché resa più difficile da ciò che abbiamo intorno e dal fatto che i pastori sono oramai apostati.
Quella che segue è una ricerca della Pew Research Center del 5 agosto 2019 (qui la pagina web), la ricerca mostra come negli Stati Uniti solamente un terzo dei cattolici crede alla transustanziazione! Quindi non sono cattolici! Non esiste cattolicesimo senza transustanziazione! Non è possibile affermare che un cattolico non crede a cose cattoliche: eppure è normale sentirlo! Perché è cambiato il ‘sentire‘, per l’appunto, tutto oramai è basato sul ‘sentire‘… finestra di Overton…
In definitiva la confusione è destinata ad aumentare in modo esponenziale. Tornare alla dottrina di sempre è l’unica via per resistere. Senza fare sconti a nessuno, neanche a Giovanni Paolo II. Loro lo fanno per i loro scopi e noi? per gli scopi di Dio?
Il baratro che ci sta davanti non lo possiamo evitare, la prova che Dio ci ha dato, di tenere ferma la nostra fede, l’abbiamo persa… la differenza starà nel modo in cui cadremo.
lpd
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P.S.: c’è poi la questione che riguarda il comunismo e il marxismo in particolare, ma questo merita un’analisi molto lunga e articolata.